GHIFFA - 16-07-2020 -- Un laghée con lo sguardo
rivolto verso Milano. È questa l’immagine che trasmette il busto di Giorgio Ambrosoli, la statua che il comune di Ghiffa -che già gli aveva intitolato il lungolago- ha inaugurato ieri come omaggio all’avvocato assassinato quarantuno anni fa a Milano. La tragica vicenda del liquidatore della Banca privata italiana, che tenne la schiena dritta non piegandosi agli interessi della malavita e della massoneria (il mandante del suo omicidio fu il banchiere Michele Sindona) e non venendo meno ai suoi doveri, è una fonte di ispirazione ancora oggi per molti.
Ed è questo messaggio di coerenza che il figlio Umberto, presente alla cerimonia insieme alla mamma Annalori (il compito dello scoprimento è stato affidato alla nipote Annina), ha voluto ricordare ai presenti: quello dell’avere dei valori, di praticarli e di saperli difendere in ogni campo e sempre.
A Ghiffa la famiglia è legata perché, da sempre, gli Ambrosoli hanno una seconda casa sul Verbano, che frequentano con assiduità. Si definiscono laghée, termine coniato dal più illustre degli scrittori di lago, Piero Chiara, che è inciso sulla targa che Annalori ha voluto ai piedi del busto.
A fare gli onori di casa è stato il sindaco Matteo Lanino, che ha letto un messaggio del collega milanese Giuseppe Sala. Erano presenti il prefetto Angelo Sidoti, il questore Luigi Nappi, il presidente della Provincia Arturo Lincio, l’ex presidente del Consiglio regionale Valerio Cattaneo. Tra i relatori anche Gianluca Ubertini, in rappresentanza dell’Ordine degli avvocati di Verbania, e il presidente provinciale di Libera Lorenzo Bologna.


