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tribunale 15

VERBANIA - 09-07-2020 -- Sedici hanno chiesto

la messa alla prova (risarcimento e lavori socialmente utili), cinque hanno pagato il decreto penale di condanna da 500 euro, quattro hanno deciso di andare a giudizio con il rito abbreviato. Si deciderà l’11 novembre davanti al gup Beatrice Alesci la posizione di 20 delle 25 persone rimaste invischiate nella diatriba social che ha avuto come bersaglio, con epiteti anche pesanti, la veterinaria verbanese proprietaria di una clinica convenzionata con il canile municipale.

Nel periodo che va dal dicembre del 2014 al marzo del 2016 su Facebook hanno pubblicato o commentato post in cui l’attaccavano sul piano professionale, in alcuni casi augurandole perfino la malattia e la morte. Allora si era al culmine delle polemiche sulla gestione del canile, dato in appalto a una società che non aveva pagato i dipendenti e tolto alla storica associazione che lo gestiva da decenni e un gruppo di animalisti, e si imputava alla veterinaria (ma l’attacco era anche ai funzionari comunali) anche il decesso di un cane ospite della struttura. Per questo la attaccarono. “Schifo, schifo, schifo”, “mafiosi”, “idiota”, “stronzi”, “bastardi maledetti”, “tutti in chemio”, “appesi a testa giù in piazza”, “da rinchiudere in gabbia” sono alcune delle frasi postate sul social network.

Contenuti diffamatori che hanno spinto la professionista, già autrice di altre denunce, a rivolgersi alla magistratura. Che, al termine delle indagini, ha recapitato a 25 tra uomini e donne, di età compresa tra i 26 e i 74 anni, verbanesi ma non solo (qualcuno da Domo, Cannobio, dal lago d’Orta ma pure da Milano e dall’Astigiano) altrettanti decreti penali di condanna.

Quasi tutti si sono opposti e, nella stragrande maggioranza, hanno scelto la messa alla prova. Offriranno un risarciranno e si sottoporanno a lavori socialmente utili per estinguere il reato. Il gup li ha invitati a valutare anche la possibilità di estinguere il reato risarcendolo interamente e presentando pubblicamente le scuse. Avranno modo di farlo entro l’autunno, al pari di coloro che hanno optato per il rito abbreviato.

 

 


 

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