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giuseppe bottini

STRESA - 20-06-2020 -- Definirlo un pasticcio

è riduttivo. Catalogarlo come uno scandalo è eccessivo ma, visto dalla parte di professori e docenti, il “caso” dell’istituto alberghiero Erminio Maggia può apparire tale. Nei suoi ottantadue anni di vita, una storia prestigiosa per una scuola riconosciuta come un’eccellenza, non è mai stato risolto il problema della sede. Gli alunni si spostano da un plesso all’altro (alcuni malmessi), sono compressi, non dispongono di spazi per i laboratori. Sembrava si fosse presa la giusta direzione a metà degli anni Duemila, quando la Provincia (l’ente che gestisce l’edilizia scolastica degli istituti superiori), sotto la giunta Ravaioli concordò con il comune di Stresa di costruire la sede nuova in una zona collinare, al di sopra del collegio Rosmini. Quel progetto fu scartato e l’Amministrazione successiva (giunta Nobili) lo rivide, optando per una collocazione meno decentrata. Grazie a un’intesa a tre -perché della partita è sempre stata, fin dall’inizio, l’associazione Hospes che ha donato alla Provincia la sede di via Mainardi- si decise che l’Alberghiero sarebbe sorto sul terreno dello stadio “Forlano”, da costruire ex novo in località Motta Vinea, vicino all’uscita dell’A26. La Provincia fece il progetto, ottenne le autorizzazioni, indisse la gara d’appalto. Lo vinse una società di Novara che, però, fallì prima di varare il cantiere, bloccando tutto.

La situazione cambia nel 2018. In Provincia il presidente è Stefano Costa. Deve gestire la grana dell’impresa fallita e rivede il progetto che, nel frattempo, è lievitato nei costi. Il denaro non c’è e, così, inizia un’interlocuazione con il sindaco di Stresa Giuseppe Bottini (per dieci anni vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici) che, all’improvviso, compie un’inversione a “U”. Il Forlano non si tocca – dice – e rimette in pista l’ipotesi, già scartata quindici anni prima, della località Campetti, al di sopra del centro abitato. Nell’estate del 2018, in un clima di contrapposizione istituzionale, si tiene un Consiglio provinciale aperto nel quale l’allora preside del "Maggia" dice apertamente che una soluzione va trovata perché le sedi della scuola non sono a norma, non possiedono il certificato di prevenzione incendi e sono pericolose per gli studenti. Solo a quel punto la Provincia corre ai ripari. Mentre, alla vigilia delle elezioni provinciali, Costa minaccia di spostare la scuola a Baveno (che si è candidato), l’anno scolastico parte tra le proteste degli studenti, che si rifiutano di andare in aula. In autunno il nuovo presidente del Vco è Arturo Lincio, che delega all’edilizia scolastica il sindaco di Cannobio Giandomenico Albertella. Si riparte da capo e, oltre la naturale scadenza (se non ci fosse stato il Covid-19 a Stresa si sarebbe votato a maggio), martedì arriverà in Consiglio comunale una nuova versione del “Maggia”, quella non più della sede unica e nuova. Un altro repentino cambio di rotta della giunta Bottini, che ha di nuovo messo da parte i Campetti, soluzione da sempre avversata dagli studenti. Peraltro, pur essendo ancora in vigore l’accordo di programma Provincia-Comune-Hospes, nel documento tecnico/economico che mercoledì approverà come atto di indirizzo l’assemblea municipale stresiana, non c’è traccia dell’associazione. L’Hospes, centro per gli studi turistici alberghieri e per lo sviluppo dell'istituto Maggia, che inizialmente era scettica, alla fine aveva sostenuto il sindaco nella scelta dei Campetti.

Come intermezzo alla storia, quasi a mo’ di nota di colore, annotiamo in questa infinita diatriba, che anche Gravellona Toce, con il sindaco Giovanni Morandi, s’era offerto di ospitare la nuova sede dell’Alberghiero in zona stadio/palasport. Così come alcune forze del centrodestra verbanese, ma pure il M5S, avevano ventilato il trasloco all’istituto Santa Maria di Verbania, che si sarebbe così recuperato a una funzione scolastica, come è stato per più di un secolo.

Nella foto: il sindaco Bottini.

 

 


 

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