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diga miorina

VERBANIA - 13-06-2020 -- Piove: governo ladro.

Si può ben prendere in prestito il noto adagio popolare per fotografare la situazione che, con le forti precipitazioni di questi giorni, è tornata d’attualità a livello politico-istituzionale. È la vecchia e annosa vicenda dei livelli del Lago Maggiore, per la quale da qualche anno -inutilmente perché nulla è cambiato- i comuni lacustri e gli operatori turistici discutono con gli enti regolatori in un braccio di ferro che ha come contraltare gli interessi energetici e agricoli della pianura Padana.

Una settimana di maltempo ha gonfiato il Verbano, mangiandosi spiagge e arenili che, per i comuni, hanno una rilevanza turistica non indifferente. Se la pioggia non è controllabile, il livello del lago sì. Lo gestisce il Consorzio del Ticino alla diga della Miorina, a Sesto Calende, un maxi-rubinetto che si apre e si chiude a piacimento e che permette di tenere sotto controllo il lago. Il 6 maggio 2019 l’Autorità di bacino del fiume Po ha emesso il decreto che autorizza il Consorzio a mantenere, sino al 15 settembre, le acque a +1,35 metri rispetto allo zero idrometrico rilevato a Sesto Calende. Così è stato fatto ma, le piogge intense di questi giorni, hanno accresciuto il bacino e il deflusso non è stato tale da riportarlo alla quota desiderata. Ergo: il lago è alto, le spiagge non ci sono e il turismo ne soffre.

La situazione è stata illustrata nella lettera che le due Gestioni associate del demanio del Lago Maggiore (i consorzi di comuni del Vco e del Novarese affacciati sul lago) hanno scritto ieri alle Regioni Piemonte e Lombardia, all’Autorità di bacino e ai ministeri competenti. Una lettera in cui chiedono di revocare il decreto del 2019 riportando la soglia a +1 (anziché +1,35), motivando la correzione -oltre che con le ragioni già espresse decine e decine di volte- con la crisi del settore turistico dopo il Covid-19, che in questo modo si aggraverebbe ulteriormente; e di trovare modalità di gestione della diga più efficienti.

È facile intuire che, se arriverà, la risposta sarà la stessa opposta negli anni, dagli amministratori centrali di qualsiasi colore politico: quell’acqua è la riserva idrica per l’agricoltura padana e per la produzione idroelettrica. Nel derby tra turismo e agricoltura/industria (o anche lago vs pianura), sul Verbano ha sempre vinto chi giocava in trasferta.

 

 


 

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