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BELLINZONA - 12-03-2020 - - Anche la Svizzera

corre ai ripari. Dopo che ieri mattina il bilancio dei contagiati da Covid-19 in Ticino è arrivato a 128 (27 i ricoverati, di cui 11 in terapia intensiva), le autorità federali elvetiche hanno preso i primi provvedimenti, che vanno nella direzione di una chiusura parziale delle attività. Con la dichiarazione dello “stato di necessità” sino al 29 marzo, confermando che le frontiere resteranno aperte per le sole esigenze di lavoro (ma si prevedono più controlli sanitari alle dogane), sono state chiuse le scuole che non rientrano tra quelle dell’obbligo. Stop anche a cinema, teatri, musei, centri giovanili, piscine, centri salute, discoteche, impianti sportivi pubblici e privati. Sono vietati eventi sportivi di qualsiasi tipo ma è concesso allenarsi individualmente. Bar, ristoranti e alberghi possono restare aperti con un limite massimo di 50 persone per sala e rispettando le norme di prevenzione.

L’obiettivo è contenere il contagio, che le autorità sanitarie tengono monitorato per evitare che il sistema ospedaliero vada in sofferenza, senza penalizzare l’economia.

 

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