
BELLINZONA - 08-03-2020 -- In Svizzera solo per lavoro.
È una parziale chiusura delle frontiere verso l’Italia quella che oggi ha adottato il Canton Ticino. Nella conferenza stampa tenutasi stasera a Bellinzona, presenti il presidente del Consiglio di stato Christian Vitta, il direttore del Dipartimento della sanità e della socialità Raffaele De Rosa e il medico cantonale Giorgio Merlani, sono stati illustrati i provvedimenti assunti per contenere il Covid-19. È confermato che l’ingresso in Svizzera dei frontalieri (che dovranno portarsi appresso il permesso G, da esibire in caso di controlli) è consentito. Ma solo di loro, perché in Ticino non si entra, né per motivi di studio, né per altro. Verranno intensificati i controlli nelle zone di frontiera.
Nel Cantone sono 58 le positività, 4 le persone ricoverate in terapia intensiva. Le scuole sono aperte, così come le aziende, invitate comunque -ove possibile- a ricorrere al telelavoro. Tra le misure sanitarie adottate c’è la chiusura dell’Ostetricia e della Neonatologia dell’Obv di Mendrisio e de La Carità di Locarno, coi reparti trasferiti temporaneamente al Civico di Lugano e al San Giovanni di Bellinzona. Sono chiusi i pronto soccorso di Faido, Acquarossa e dell’Ospedale italiano. Le urgenze sono trattate dai quattro ospedali Eoc e dalle cliniche Moncucco a Lugano e Santa Chiara a Locarno.


