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tribunale 15

VERBANIA – 24.01.2020 – L’attività produceva,

ma le dichiarazioni fiscali erano “leggere”. Fu da un casuale controllo incrociato che la Guardia di Finanza scoprì un imprenditore di nazionalità romena che, titolare di un’attività di pulitura metalli -rilevata in precedenza e poi ceduta alla compagna- insediata nelle vicinanze di uno stabilimento di casalinghi del Cusio e che per esso lavorava come subappaltatore, non denunciava al fisco l’intero volume d’affari. Secondo le Fiamme Gialle fatturò, negli anni fiscali 2013 e 2014, più di 400.000 euro per ciascun esercizio, a fronte di una dichiarazione da poche decine di migliaia di euro. Per questa ragione, con la contestazione di infedele dichiarazione, l’imprenditore è stato rinviato a giudizio e condannato dal Tribunale di Verbania a 10 mesi, con il beneficio della sospensione della pena. Il pm Maria Traina aveva però chiesto una pena più severa contro quello che ha definito “un furbetto”: due anni senza le riconosciute attenuanti.

 

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