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VERBANIA – 16.11.2019 – Il privato come al Coq

di Omegna e l’impegno a cercare di salvare il Dea del “Castelli”. Sono queste le carte che il senatore leghista Enrico Montani, commissario del Carroccio a Verbania, gioca nella partita sulla sanità provinciale. Carte che ha svelato stamattina in un comunicato stampa che giunge alla vigilia del Consiglio comunale aperto di Palazzo Flaim nel quale ribadisce, sì, le accuse al sindaco Silvia Marchionini che “ha firmato a suo tempo per chiudere il Castelli, mentre la Lega ha invece chiesto al governatore Cirio e all’assessore Icardi di salvarlo”, rimarca che “la Regione Piemonte stanzierà 35 milioni di euro per ristrutturare e potenziare il presidio”; ma nel quale rilancia. Nella volontà di “approfondire il progetto proposto da Torino”, prendendo come esempio il Centro ortopedico di quadrante, in cui i soci sono il pubblico e il privato; e richiamando un progetto simile realizzato in Liguria “che ha mantenuto i tre ospedali pubblici convenzionandosi però con un privato”, riapre la partita. “Ci chiediamo -e lo chiederemo a Cirio e Icardi- se non sia il caso di pensare di percorrere questa strada anche a Verbania” – afferma Montani. In queste ore, per la verità, proprio in ambienti leghisti circola il nome di un possibile partner, che è uno dei più grossi nomi della sanità privata della Lombardia. Ma la proposta più forte è quella del salvataggio del Dea.

“Nonostante le leggi ce lo impediscono, noi vogliamo tentare di salvare il Dea. Prima di rassegnarci intendiamo provarci, perché le norme si possono cambiare”, annuncia dando tutta un’altra prospettiva al futuro della sanità del Vco. Perché, se il Dea del “Castelli” restasse, di conseguenza rimarrebbero tutti i reparti (da Psichiatria a Pediatria, passando per l’Ostetricia-Ginecologia, la Rianimazione…) che è indispensabile avere per poter disporre di un punto di emergenza avanzato. In sostanza, rimarrebbe tutto, o quasi, come adesso. Se si verificassero le due ipotesi si avrebbe un Coq 2.0 potenziato.

 

 

 

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