STRESA – 05.08.2019 – Uno è ristretto
nel carcere di Verbania (nella foto), l’altra nella sezione femminile della casa circondariale di Vercelli, entrambi in attesa di comparire –forse domani– davanti al magistrato per l’udienza di convalida dell’arresto. Cominciano a delinearsi i contorni del caso di pedofilia scoperto quasi per caso sabato dai carabinieri di Stresa e che ha come vittima una bambina di undici anni. Le indagini e i primi accertamenti stanno svelando uno spaccato inquietante, un caso di abusi che ruota attorno alla figura di un presunto “orco” con precedenti specifici, ma che coinvolge pure la famiglia della vittima: la mamma dell’adolescente che, anziché proteggerla da quelle perverse attenzioni, l’avrebbe consapevolmente affidata a chi la vedeva come una preda.
I fatti sono accaduti tra Torino e il Lago Maggiore. A Verbania, dove lui –un uomo di 43 anni originario del Torinese– s’è trasferito da qualche tempo, da quando cioè ha lasciato il carcere pallanzese, nel quale era stato recluso proprio nella sezione speciale dei sex offender. Nella sua abitazione verbanese era ospite in questi giorni una conoscente, anch’ella di Torino, con la figlia adolescente. Nessuno s’è mai accorto che qualcosa non andasse fin quando, sabato notte, l’auto del 43enne è stata notata da una pattuglia dei carabinieri di Stresa impegnata in un controllo sul territorio. Il veicolo procedeva zigzagando a bassa velocità. I militari hanno pensato d’essersi imbattuti nel solito ubriaco, ma quando hanno fermato il mezzo si sono insospettiti. E non solo perché l’autista non pareva alterato, ma soprattutto perché l’adolescente al suo fianco, che non era, né figlia, né parente, aveva un atteggiamento strano, quasi distaccato, come se fosse a disagio. Il controllo dei documenti in banca dati ha rivelato l’identità del 43enne e i suoi precedenti. I carabinieri hanno così scavato fino a scoprire l’orrore custodito nei supporti informatici dell’uomo, materiale che avvalora la tesi degli abusi. L’uomo è stato formalmente arrestato nelle prime ore di domenica, poco prima che avesse un lieve mancamento e fosse precauzionalmente ricoverato al Dea dell’ospedale Castelli, da cui è stato dimesso in giornata.
Nel frattempo l’indagine s’è estesa alla mamma della ragazzina, che è stata anch’ella arrestata. Il sostituto procuratore della Repubblica di Verbania, Fabrizio Argentieri, ipotizza gravissimi reati che comprendono l'induzione alla prostituzione minorile.
Mentre i due adulti sono in carcere, l’undicenne è stata affidata a una struttura protetta.