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tribunale 16

VERBANIA – 09.07.2019 – Ero arrabbiato,

mi sono sfogato ma non volevo offendere nessuno: e sono stato attento a non indicare proprio quel carabiniere. È un commento “forte” su Facebook, posto in calce alla foto -appositamente tagliata affinché fosse anonima- di uno stralcio del verbale da 84 euro (58,80 con la riduzione) preso la sera di Natale del 2014 da una pattuglia dell’Arma in servizio nel Cusio, ciò che ha portato in Tribunale un uomo di Omegna. L’accusa è di oltraggio a pubblico ufficiale e si riferisce proprio a quanto scritto sul social network nelle ore successive il controllo. Addetto alla sicurezza in locali pubblici, quella notte l’imputato stava andando a lavorare. Fu fermato per un fanalino bruciato, che gli costò il verbale, la multa e il ritardo al lavoro. Pur senza rispondere in maniera sgarbata, né chiedendo che il militare (col quale –così ha detto in aula– forse c’era della ruggine per vecchie storie) chiudesse un occhio, s’è sentito preso in giro dal tono della conversazione. E, in più, ritenendo sproporzionato l’importo della sanzione, dopo aver rimuginato s’è lasciato andare su Facebook contro “questo regalo di Natale” e il suo autore che “non ha un donna che lo soddisfa e la sua massima eccitazione è multare chi va a lavorare”. Letto il commento e riconosciutosi come il bersaglio di quell’invettiva pesante, il carabiniere sporse denuncia. L’automobilista venne indagato e, quando seppe d’essere stato denunciato, rimosse il post e si cancellò addirittura da Facebook. Ciò non gli ha impedito il processo per oltraggio, che è in corso al tribunale di Verbania e che, esaurita la fase istruttoria, sarà discusso –con sentenza– il prossimo 22 luglio.

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