ARONA - 07.08.2015 - Niente autopsia.
La Procura di Verbania non l'ha disposta sul corpo di Edoardo Baccin, il writer di Somma Lombardo che qualche minuto dopo le 3.30 della notte fra mercoledì e giovedì è stato travolto, in stazione ad Arona, dalla locomotiva di un merci proveniente da Domodossola e diretto a Milano. Il buio era totale e il macchinista s'è trovato di fronte il giovane all'ultimo momento: ha frenato disperatamente, ma la collisione è stata inevitabile. Il suo convoglio s'è fermato dopo un centinaio di metri.
Lo scomparso, che avrebbe compiuto vent'anni mercoledì, viveva con la madre Stefania e un fratellino di sei anni; ha lasciato anche il padre Marco, prima corridore e poi tecnico di ciclismo. Sono i carabinieri della compagnia di Arona, coordinati dal pubblico ministero Fabrizio Argentieri, a condurre le indagini sulla tragedia. Baccin era andato a bere qualcosa insieme a tre coetanei con cui condivideva la passione del disegno su muri e treni. Successivamente avevano raggiunto lo scalo di piazza Duca d'Aosta. Un'ipotesi è che stesse dipingendo con una bomboletta spray la fiancata di una carrozza ferma; un'altra è che si fosse incamminato lungo i binari per ammirare altri graffiti. Probabile che, sentito avvicinarsi un'elettromotrice, si sia riparato sotto un vagone da dove sarebbe uscito troppo presto in quanto il rumore provocato dal passaggio del mezzo avrebbe coperto quello del cargo che stava sopraggiungendo. "Non volevamo fare nulla di male: ci piace solo disegnare - hanno raccontato gli amici ai militari - con le bombolette. All'improvviso abbiamo sentito un rumore strano, impossibile da descrivere, e abbiamo capito che era successo qualcosa di grave anche perchè “Edo” non si trovava più e al cellulare non rispondeva".
"Una morte annunciata" l'ha definita il Codacons, secondo cui da tempo si sta assistendo all'”invasione” di “opere”, realizzate dai writer, che compaiono anche in zone a forte rischio per l’incolumità degli stessi disegnatori. Per l'associazione "le istituzioni non hanno saputo combattere questo fenomeno; non è ammissibile che questi “artisti” continuino a imbrattare beni pubblici rischiando la propria pelle e arrecando oltretutto un danno alla collettività. È giusto esprimere la propria creatività ma nel rispetto dei diritti di tutti e in piena sicurezza, ad esempio allestendo apposite aree nelle città".