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canale fondotoce secca
VERBANIA – 03.08.2015 – Continua a scendere,

e in fretta. Il caldo, la siccità, la mancanza di piogge e la “sete” della pianura Padana erodono giorno dopo giorno il bacino del Lago Maggiore, che s’avvicina in fretta allo zero idrometrico.

La “magra” si vede a occhio nudo nel greto dei torrenti – ormai rigagnoli – e nelle coste che s’allargano al ritirarsi delle acque lasciando spazio a spiagge sempre più grandi (e fruite per la gioia di turisti e residenti in cerca di refrigerio).

I dibattiti e le polemiche sui livelli del lago tenuti artificialmente più alti del dovuto sembrano paradossali in questo primo scorcio di agosto. I numeri dicono che il Lago Maggiore negli ultimi venti giorni è sceso di un metro. E continua a calare, a una media di parecchi centimetri. Tra ieri e oggi se ne sono contati 7,4; il bilancio dell’ultima settimana è di 37. Di questo passo entro poco tempo si raggiungerà lo “zero idrometrico” a una cinquantina di centimetri dal minimo storico per questo periodo della stagione. Già oggi il lago è 50,5 centimetri più basso delle media, in piena magra. Una magra che potrebbe diventare storica se si guarda ai volumi d’afflusso di acqua al bacino del Verbano. Alle 13 di oggi si sono registrati 95,8 metri cubi al secondo, una miseria rispetto ai 120,7 di ieri e ai 243,1 che rappresentano il dato medio storico dal 1942 a oggi.  

In pianura gli agricoltori, risicoltori in testa, lanciano un grido d’allarme. Nei centri rivieraschi diversi comuni, soprattutto del basso Verbano, stano contingentando l’acqua ma perlopiù per precauzione e perché la rete fatica a far fronte alla richiesta. Accade anche a Verbania, nella zona di Cavandone e del Monterosso.

Ma a Verbania si sta facendo preoccupante la situazione del canale di Fondotoce, che è in secca e che si sta trasformando in un acquitrino fangoso. L’ultima volta accadde nel 2003, quando il Comune dovette intervenire con autopompe e con sistemi artificiali perché la barriera eretta al limitare del lago di Mergozzo per evitare che vi sia comunicazione diretta e incontrollata tra i due bacini era venuta alla luce costringendo a un bypass con tubi “volanti”. Già allora si parlava di realizzare uno stramazzo. Ora il progetto torna d’attualità.

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