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VERBANIA – 18.04.2019 – Lo sparo, un acre odore di bruciato,

un forte dolore e il sangue che zampillava dal piede. Quando, il 5 aprile 2018, un vigile fuori servizio di Gravellona Toce ebbe un incidente con la pistola, era in garage e s’apprestava a uscire di casa. Pensava di portarla l’arma in armeria a regolare il grilletto che scattava facilmente, come in effetti accadde nel momento in cui un colpo gli partì accidentalmente, ferendolo a un piede. In quegli attimi concitati doveva scegliere che cosa fare: optò per una corsa in ospedale e, messosi al volante, si diresse verso il pronto soccorso. Con sé, tuttavia, aveva ancora la pistola che, anche se regolarmente denunciata e detenuta, non poteva portarsi appresso e che consegnò, una volta giunto al “Madonna del popolo” di Omegna, al poliziotto che nel frattempo fu chiamato a intervenire. Per questo episodio, qualificato come una violazione delle norme sul porto d’armi, l’agente della municipale è stato rinviato a giudizio dalla Procura di Verbania. E assolto per la lieve tenuità del fatto, come chiesto dallo stesso pm Anna Maria Rossi e dal suo avvocato difensore, Patrich Rabaini, che ha sottolineato come il suo assistito, pur ferito e preoccupato, abbia mantenuto la lucidità di andare al pronto soccorso senza abbandonare la pistola in garage.

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