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moschini tria

ROMA – 08.04.2019 – Domani potrebbe

essere il giorno buono. Erano puntati a Roma, al tavolo istituzionale con le associazioni dei risparmiatori, gli occhi delle migliaia di azionisti e obbligazionisti “azzerati” di Veneto Banca e Banca popolare di Vicenza. Da mesi, facendo seguito alle promesse della campagna elettorale 2018, il governo Lega-M5S lavora a una legge di indennizzo parziale che s’è fatta sempre più complicata nelle ultime settimane, diventando non solo oggetto di campagna elettorale, ma anche punto di frizione tra le diverse anime del governo. Oggi pare che ci sia stata una schiarita definitiva e il decreto legge è atteso per domani nel Consiglio dei ministri.

A rappresentare gli azionisti ex Veneto Banca del Vco oggi a Roma c’era l’avvocato Matteo Moschini (nella foto con il ministro Tria), delegato del presidente del Movimento Difesa del Cittadino di Verbania, Ettore Francioli, che ha dato il via libera al testo proposto dal governo e illustrato alla presenza del premier Giuseppe Conte, del ministro dell’Economia e Finanze Giovanni Tria, di quello per i Rapporti col parlamento Riccardo Fraccaro e dei sottosegretari Alessio Villarosa e Massimo Bitonci. La legge prevede che i rimborsi siano automatici per chi nel 2018 ha avuto un reddito Isee inferiore ai 35.000 euro e un patrimonio mobiliare al di sotto dei 100.000 euro. “Il ministero stima siano il 90% di tutti gli azionisti delle ex popolari venete – conferma Moschini –. Gli altri dovrebbero poter accedere a un arbitrato in cui dovranno dimostrare le pratiche di misselling delle azioni. Abbiamo esposto le ragioni per cui riteniamo opportuno che la legge debba essere approvata in tempi brevi e in accordo a quanto convenuto con la Commissione europea”. Lo scoglio dell’Ue è rappresentato proprio dalle modalità di rimborso, che Bruxelles sospetta possano essere considerate aiuto di Stato vietato dalle norme.

 

 

 

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