VERBANIA/CANNOBIO - 15.11.2018 - Domani potrebbe
essere un giorno utile per la riapertura del cantiere sulla frana di Cannobio. La documentazione che la ditta incaricata ha consegnata ieri allo Spresal è stata esaminata, ma al momento da Anas, che del cantiere è responsabile, non ci sono ancora comunicazioni ufficiali.
Erano più di cento, forse 150 i frontalieri che ieri sera, si sono riuniti in palazzo Flaim per confrontarsi con sindaci e amministratori sulla situazione della statale 34, chiusa dal 6 novembre per la frana caduta al km 30. Toni infuocati ma voglia di concretezza. Potrebbe essere questo il primo step di un costituendo comitato frontalieri che faccia "massa critica", presentandosi - con la benedizione degli amministratori - come gruppo di pressione anche e soprattutto nei confronti di Anas. L'azienda nazionale per le strade resta l'imputata numero uno, la seconda è la politica, che per 50 anni non ha voluto vedere quanto capitava sull'arteria internazionale, tranne poi dover intervenire nelle emergenze. Emergenze grandi e piccole che negli anni si sono inseguite: nel 2014, nel 2017 e poi due settimane fa. Un conto salato per tutti: per i frontalieri, ma anche per i commercianti e per la comunità di Cannobio, costretta ogni volta in un semi isolamento.
Convocati a palazzo Flaim dai frontalieri (sono loro che hanno organizzato l'incontro ): il vice presidente della Regione Aldo Reschigna e i sindaci di Cannobio, Giandomenico Albertella; Verbania, Silvia Marchionini; Ghiffa, Matteo Lanino e Cannero Riviera, Federico Carmine. "Non sono mancati i toni accesi, bisogna capire l'esasperazione delle persone, la stanchezza, la preoccupazione anche per l'incolumità personale; ma ciò nonostante la serata è stata sicuramente positiva - commenta Paola Ruffato, la consigliera comunale di Verbania e frontaliera che è stata tra i promotori della serata -. Da parte dei frontalieri c'è la volontà di essere attivi, anche nei confronti di Anas. L'obiettivo è andare oltre l'attualità e di trovarsi, essere operativi. Ci sono 60 milioni per la messa in sicurezza della statale dal confine a Ghiffa, dobbiamo fare la nostra parte perchè quei soldi vengano spesi". "Si è cercato di creare le basi per la creazione di un gruppo che rappresenti non solo i frontalieri ma tutti i disagiati e non solo oggi ma sempre! - commenta uno degli organizzatori - . È stato chiesto un incontro con i rappresentanti ANAS, sono stati chiesti i rimborsi per chi deve utilizzare battello e battellotti e sono state chieste garanzie! Ci siamo fatti sentire e abbiamo capito di non essere soli ma tanti! Adesso basta polemiche e cerchiamo di lavorare assieme".
"Ogni forma di confronto va sempre bene - commenta il sindaco di Cannobio - . La rabbia va compresa, quella dei frontalieri e di tutte le persone che vivono un disagio, i lavoratori che da Cannobio vanno a Verbania, gli studenti, i commercianti che contano sui ticinesi, la stessa comunità di Cannobio dove c'è anche una preoccupazione di sicurezza sanitaria, nonostante il protocollo attivato dal 118 per le emergenze. Gli enti locali si spendono in prima persona, adesso per la messa in sicurezza della statale la questione non è più trovare i fondi, ma utilizzarli; la procedura d'urgenza richiesta, in questo senso è più che giustificata".
La statale potrebbe riaprire a senso unico alternato entro 6 giorni, forse 7, e salvo imprevisti anche meno, mentre l'assicurazione è che la Regione farà pressione perchè si lavori anche nel fine settimana. L'ipotesi del risarcimento dei biglietti del battello non sembra fattibile perchè non equa (difficile capire chi ha preso il battello o chi si è sobbarcato un lungo giro per la Cannobina), ma si possono studiare rimborsi indiretti o agevolazioni. (a.d)


