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aux 60 anni

VERBANIA – 11.11.2018 – È nato tutto

con un innamoramento, quello che monsignor Giuseppe Bicchierai ebbe per il Verbano, i suoi monti e il suo panorama. Ed è qui, ai 1.250 metri di altezza di Piancavallo, nel comune di Oggebbio ma al limitare della Val Grande, che il pensiero innovatore del religioso milanese (uno dei protagonisti della storia del ‘900) si trasfuse in un ambizioso progetto medico-scientifico, sociale e religioso: l’istituto Auxologico italiano. Partendo da una colonia di ragazzi affetti da patologie legate alla crescita, nacque nel 1958 quella che oggi è una Fondazione Irccs (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, la seconda d’Italia per anzianità) che, al traguardo dei sessant’anni, è diventata un’eccellenza internazionale: tredici strutture tra Piemonte e Lombardia, 26 laboratori, 750 posti letto, 1,4 milioni di pazienti ogni anno (4, milioni di prestazioni ambulatoriali) assistiti da 2.400 dipendenti che genera un fatturato di 185 milioni di euro. E che dà importanti frutti, come i 30 milioni di investimenti privati nella ricerca ottenuti grazie a 159 progetti premiati in concorsi internazionali.

A festeggiare la ricorrenza, nel primo evento di una serie che la Fondazione ha voluto si tenesse proprio a Verbania, sono stati venerdì sera i vertici dell’Auxologico. Il presidente Michele Colasante e il direttore generale Mario Colombo hanno raccontato la storia dell’ente, rimarcandone il presente –e i suoi numeri– ma anche soffermandosi sui progetti futuri, legati alle esigenze evolute dei pazienti (anche verso la Terza Età) e alla volontà di restare polo d’eccellenza nonostante i tempi di crisi. Al convegno hanno partecipato anche il governatore del Piemonte Sergio Chiamparino e l’assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta (in sala pure il vicepresidente Aldo Reschigna) dai quali è giunto l’apprezzamento per una struttura che dà lustro al Piemonte e che, fatto non indifferente, attira pazienti da fuori. Il 71% di chi viene ricoverato a Piancavallo viene, infatti, da fuori regione: un caso di mobilità passiva al contrario che, per una volta, non penalizza il Piemonte.

 

 

 

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