
VERBANIA – 10.11.2018 – Le guerre non finiscono mai
e, inoltre, non finiscono mai di uccidere, anche indirettamente e pure dopo la loro conclusione. Così accadde cento anni or sono a Intra, quando –domenica 10 novembre 1918– durante i festeggiamenti per la conclusione del conflitto mondiale, con l’armistizio entrato in vigore sei giorni prima e dopo tre anni e mezzo di guerra, si verificò l’accidentale esplosione di un cannone che al porto doveva sparare salve festose, ma che invece fece delle vittime.
L’episodio –insieme ad altri verificatisi dal 1915 al 1918 sul nostro territorio– è stato ricordato la sera dello scorso 4 novembre a Vogogna, all’ex Bulloneria Morino, dove è allestita una mostra sulla Grande Guerra, in occasione di una conferenza che doveva essere l’evento conclusivo dell’iniziativa organizzata dall’Associazione Culturale Ossola Inferiore e dal gruppo fotografico ossolano “La Cinefoto” di Domodossola. Doveva, perché invece a seguito delle numerose richieste pervenute e dell’interesse manifestato da settembre a oggi, la mostra “E poi sono morti sapendo di morire. Memorie della prima Guerra Mondiale” – questo il titolo – è stata invece prorogata ancora per due weekend.
Ma per tornare al tragico episodio di un secolo fa, quella domenica a Intra, si festeggiava la fine della guerra con le campane che suonavano a stormo, con la celebrazione del Te Deum ed i cortei in piazza, ma il destino volle che la morte colpisse ancora.
Domenica 10 novembre 1918 doveva essere un giorno di festa per la pace ritrovata e di ricordo dei Caduti per la Patria, così nel pomeriggio in occasione della cerimonia vennero sparati alcuni colpi a salve con il vecchio cannone posto di fronte alla colonna del porto intrese, in una piazzola quadrata poi ribassata e visibile ancor oggi.
Il pezzo però improvvisamente scoppiò, seminando terrore e morte intorno a sé: un uomo rimase gravemente ferito e riportò la mutilazione di un arto, due bambini persero la vita colpiti dai frammenti del cannone esploso.
Cento anni dopo è doveroso ricordare questi due bambini, pure se in nessun monumento è scritto il loro nome, Mario Restelli di 5 anni e Anna Giuseppina Buzio di 9 anni, in qualche modo anch’essi vittime della guerra appena finita e di una pace mai assaporata.


