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VERBANIA – 26.10.2018 – Assolta la zia,

rimasta a bocca asciutta la nipote. È finita così, con una sentenza assolutoria con formula dubitativa –non è stata raggiunta la prova della colpevolezza– la faida familiare che ha visto contrapposte, in un’aula di tribunale, una 70enne omegnese e la giovane nipote acquisita (parente per via dell’ex marito). La prima era a processo per diffamazione aggravata, per rispondere del post scritto su Facebook il 13 giugno 2015 che la seconda, costituita parte civile, riteneva rivolto a lei. Sfogandosi contro il “vicino di casa, o meglio l’inquilino del piano di sopra” per via dei rumori prodotti dai tacchi delle scarpe, dalle porte sbattute “ad ogni ora del giorno e della notte”, dei bisogni del cane e “del cigolare del letto e non solo… con l’amante di turno in modo che tu sia presente al suo divertimento e non dorma mai”, aveva concluso con un’espressione forte: “prima o poi prenderò il fucile…”.

Le frasi avevano molto colpito la nipote, che viveva in una palazzina di Omegna al piano di sopra della zia, con la quale i rapporti erano pessimi. E che, sentendosi diffamata, aveva sporto denuncia. Nel processo celebrato davanti al giudice Rosa Maria Fornelli, l’imputata ha puntato la sua linea difensiva, in parte confermata da alcuni testimoni, sul fatto che le frasi – vere e da lei scritte – si riferivano a un altro vicino di casa di un appartamento di Pallanza, quello in cui dal 2014, dopo la separazione, ha la residenza e vive con la madre. Una versione quantomeno credibile che, poiché il post non riportava nome e cognome del “bersaglio” della signora, ha spinto lo stesso pm Anna Maria Rossi a chiedere l’assoluzione con formula dubitativa, confermata dal giudice.

 

 

 

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