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VERBANIA – 26.10.2018 – Quando la ferramenta

fu sottoposta a un controllo amministrativo, vennero rilevate irregolarità nel documento di valutazione dei rischi per i lavoratori. Le schede e il piano erano incompleti e, così, la ditta ossolana venne sanzionata e, con essa, il medico competente che aveva l’incarico di seguire queste pratiche. Trattandosi di una violazione minore, era possibile chiudere la pratica con l’oblazione, cioè con il pagamento della sanzione e l’estinzione del reato penale. Così fecero i responsabili della ditta, ma così non fece il medico, un 58enne verbanese che, ritenendo di aver agito in maniera regolare e, anzi, più scrupolosa di quanto fosse richiesto, ha scelto di andare a processo. Ed è stato assolto. Difeso dall’avvocato Alberto Pelfini, ha sostenuto che il documento di valutazione del rischio non era stato firmato perché lui, subentrato a un precedente collega, aveva ritenuto che andasse ampliato, inserendo il rischio biologico provocato, per esempio, dalla possibilità di contrarre il tetano. Il pm Anna Maria Rossi ne ha chiesto la condanna a 400 euro di multa ma il giudice Donatella Banci Buonamici l’ha assolto ritenendo che non abbia violato le norme di sicurezza e agito al di fuori del suo ruolo di medico competente.

 

 

 

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