VERBANIA 21.10.2018 - Se l'è cavata con una condanna mite per un reato minore: il rifiuto di fornire le proprie generalità. Iniziò alle 10 della mattina del Ferragosto del 2016 la "scenata" di ina turista russa alla stazione ferroviaria di Domodossola che l'ha portata a processo a Verbania. Preoccupata di perdere il treno che l'avrebbe portata a Malpensa, dove l'attendeva la coincidenza con un volo per casa, attraversò a piedi i binari al marciapiede numero due. L'operazione vietata attirò l'attenzione di due agenti della Polfer in servizio allo scalo, che l'avvicinarono per multarla. A loro la turista rispose solo in inglese, spiegando che aveva premura. Con l'aiuto, come interprete, d'una dipendente delle ferrovie svizzere Bls, i poliziotti le chiesero i documenti. Lei si oppose e quando la invitarono a seguirli in ufficio, gridò, cerco di divincolarsi, scalció. Fermata e identificata fu denunciata per il rifiuto di fornire le generalità e per resistenza, reati per cui il pm ne ha chiesto la condanna a 4 mesi. Il giudice Annalisa Palomba l'ha assolta dalla resistenza, condannandola a 20 giorni per il secondo capo di imputazione.


