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lago fuori pallanza

VERBANIA - 17.10.2018 - I Comuni rivieraschi sarebbero esclusi

dalle decisioni relative alla gestione dei livelli del lago. Fondamentale per assicurare che le istanze delle comunità lacuali vengano portate ai tavoli tecnici, sarà a questo punto l'apporto della Regione Piemonte.  E così la diatriba di sempre sulla regolamentazione estiva dei livelli del Maggiore torna a riproporsi, dopo la scadenza, il 15 settembre scorso, della sperimentazione che fissava il limite a 1,25 metri sopra lo zero idrometrico. Limite che va aggiornato, ma a quanto? La richiesta degli operatori e degli enti a valle è da sempre di 1,50 metri, per favorire le colture della pianura Padana nei periodi di siccità; il rifiuto di una gestione che non tiene conto delle esigenze delle zone costiere rispetto a livelli troppo alti (scomparsa delle spiagge, manutenzioni alle strutture a lago, rischi di piene ecc...) sono invece le ragioni difese con forza dai comuni. L'Amministrazione di Verbania, capofila della Gestione associata "bacino Maggiore Verbano Cusio Ossola" (che riunisce tutti i comuni rivieraschi della provincia) nei giorni scorsi ha emanato una delibera che sancisce l'opposizione all'innalzamento dei livelli a tutela dei territori rivieraschi. Quello che si sostiene è un approccio gestionale che privilegi una regolazione dinamica dei livelli lacustri, in rapporto alle condizioni meteo-climatiche e che non sia legata esclusivamente alle esigenze economiche delle utenze poste a valle dell’opera di regolazione. Inoltre si ritiene indispensabile che la gestione e la regolazione delle acque pubbliche debba essere posta in capo ad un soggetto pubblico e non privato (il consorzio del Ticino).

A difendere le regioni dei comuni lacustri del Vco al tavolo tecnico convocato ieri in Regione Lombardia con l'Autorità di bacino del fiume Po è stato il dirigente delegato Vittorio Brignardello che però non ha riportato notizie molto positive.  
La pianura oggi chiede acqua da giugno ad agosto (un tempo le richiesta maggiori erano da aprile a maggio) e con un limite fissato a 1,50 mt si avrebbero circa 57 giorni di maggiore disponibilità sull’intero periodo rispetto al limite originario di un metro; con l’attuale livello di sperimentazione a 1,25 il vantaggio è stato di 45 giorni, con uno scarto quindi di soli 12 giorni. Non è tuttavia il puro e semplice innalzamento dei livelli la questione centrale. Per i Comuni lacustri il tema centrale è il rapporto tra la domanda d’acqua, i limiti dell’infrastruttura della Miorina e le modifiche meteo-climatiche; dove il lago Maggiore ha ovviamente una disponibilità enorme di risorsa idrica, ma mal gestita.
L’esigenza è dunque di rivedere gli equilibri territoriali e qui entrerebbe in ballo la Regione Piemonte visto che le Gestioni associate non saranno chiamate ad un tavolo di confronto sulla valutazione complessiva degli equilibri territoriali interregionali tra domanda d’acqua e disponibilità.

Il tavolo tecnico si riunirà nuovamente a fine novembre, in quella occasione saranno consegnati i rapporti triennali sull’impatto ambientale e sull’impatto della fruibilità delle spiagge relativo a questo periodo di sperimentazione del livello a +1,25. Successivamente l’Autorità di Bacino predisporrà il rapporto annuale da inviare al ministero, nel quale sarà proposto il livello massimo di gestione per la stagione 2019.

Antonella Durazzo

 

 

 

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