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VERBANIA – 12.10.2018 – Una separazione traumatica,

un dissidio di coppia acceso, accuse e denunce. Ha ormai preso la strada del tribunale –in sede civile ma anche penale– la rottura, avvenuta circa un lustro fa, di una coppia residente nel Verbano (ora lei vive fuori provincia) con due figli piccoli. In questo arco di tempo i rapporti, molto tesi fin dall’inizio, si sono aggravati e deteriorati al punto che lei ha sporto più denunce e lui è stato indagato e processato. Per l’accusa più infamante, quella di aver molestato la bambina più piccola, l’esposto s’è risolto con l’archiviazione perché le indagini non hanno fatto emergere alcun elemento di prova. Successivamente l’uomo è stato processato e assolto dall’accusa del mancato mantenimento dei figli. Oggi al Tribunale di Verbania c’è celebrato il terzo processo, quello in cui doveva rispondere di abbandono di minore perché, in sette episodi accaduti nell’arco di un anno e mezzo, non avrebbe – così ha denunciato la moglie – accudito i figli, lasciandoli una volta in auto mentre faceva la spesa al supermercato, un’altra a giocare da soli allontanandosi, un’altra ancora recandosi in palestra. Al termine di un dibattimento in cui molto ha pesato l’acrimonia che ancora divide i coniugi, è stato lo stesso pm Chiara Radica a chiedere l’assoluzione del padre dei bambini, sostenendo che seppur accaduti, quegli episodi non si possono configurare come abbandono di minori, trattandosi di fatti circostanziati e limitati nel tempo, a fronte di una legge che punisce, non tanto la mancata vigilanza, quanto l’esposizione dei minori a gravi rischi. Nonostante l’opposizione della moglie, costituita parte civile e che ha chiesto un indennizzo di 30.000 euro, anche il giudice Rosa Maria Fornelli s’è espressa per l’assoluzione perché il fatto non sussiste.

 

 

 

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