VERBANIA – 21.09.2018 – Un controllo stradale,
una modica quantità di stupefacente e una domanda: chi ti rifornisce? È partita da Cannobio, da un ventenne fermato dai carabinieri con un po’ di marijuana, l’indagine del Nucleo radiomobile dei carabinieri di Verbania che ha portato al processo e alla condanna per spaccio di un profugo nigeriano all’epoca dei fatti –il gennaio del 2017– ospite di un centro di accoglienza del Verbano. Godstime Okaka è stato indicato come pusher dal cliente che nell’autunno del 2016 l’aveva incontrato a Verbania e che, avvertendo attorno a lui e a un altro gruppo di stranieri un forte odore di marijuana, aveva chiesto se qualcuno potesse vendergli un po’ di fumo. A quel primo acquisto da cinque euro – ha raccontato in aula il giovane, sentito come testimone – ne sono seguiti una ventina (per circa 200 grammi di stupefacente) conclusi nelle vicinanze del centro d’accoglienza. L’imputato, difeso dall’avvocato Christian Ferretti, ha negato di aver venduto droga pur ammettendo di aver conosciuto il testimone in una occasione e di aver fumato uno spinello con lui. Nel chiedere l’assoluzione la difesa ha anche sostenuto che l’utenza telefonica indicata come quella tramite cui si concludevano le cessioni non fosse sua. Il pm Maria Portalupi ne ha chiesto la condanna a 4 mesi; il giudice Rosa Maria Fornelli l’ha condannato a 9.


