VERBANIA – 13.09.2018 – Hanno confessato

d’aver rubato le biciclette aprendo la serranda del garage chiuso e, per questo, hanno commesso un reato più grave. Non è il valore della refurtiva sottratta da un box di Pallanza lo scorso inverno ad aver pesato nel patteggiamento con cui Xhoni Kotorri e Giovanni Maltese hanno definito la loro posizione con la giustizia. L’essersi introdotti in casa (il garage è considerato al pari dell’appartamento) rientra tra le fattispecie del furto in abitazione, che prevede una pena da tre a sei anni. I due verbanesi, 22 anni il primo (che è di origine albanese) e 31 il secondo, all’alba di una domenica dello scorso febbraio furono fermati dalla polizia mentre, con fare sospetto, rincasavano in sella a due biciclette risultate poi rubate il mattino successivo, quando il proprietario sporse denuncia. Raggiunti dagli agenti furono arrestati per ricettazione non essendoci prova del furto ma del solo possesso dei beni trafugati, compreso un pc sparito da un ristorante di Intra la notte addietro. Durante l’udienza di convalida di fronte al giudice – che non confermò l’arresto – confessarono e per questo furono denunciati. Il processo s’è celebrato oggi con Kotorri che è agli arresti domiciliari per altre vicende e Maltese che nel frattempo è stato arrestato e si trova in carcere. Entrambi difesi dall’avvocato Alberto Pelfini hanno chiesto di patteggiare. Il legale ha concordato con il pm Anna Maria Rossi un anno e 400 euro di multa per Kotorri e un anno, quattro mesi e 600 euro di multa ai quali s’è giunti partendo dalla pena base di tre anni. Maltese sconterà ciò che resta in carcere. A Kotorri da domani decadrà la misura restrittiva e sarà libero di uscire di casa.