VERBANIA - 06.09.2018 - E adesso il boccino passa al Consiglio Comunale di Stresa che, entro fine mese, delibererà se accettare o meno la proposta della Provincia di realizzare il nuovo "Maggia" là dove era previsto nel piano originale, ovvero nell'area dello stadio Forlano. Soluzione che richiederebbe da parte del Comune un "passo indietro" rispetto alla costruzione di un nuovo stadio il cui costo, stando all'accordo di programma siglato tra Comune e provincia nel 2006, sarebbe dovuto essere a carico dell'ente provinciale. Ma intanto le condizioni sono cambiate e quello stadio che sarebbe costato 1milione 350mila euro, alle stime attuali - e seguendo le direttive imposte dalla Federazione calcio - costerebbe più di 5 milioni, per un progetto complessivo che lieviterebbe dai circa 14milioni di euro iniziali a 19. Stresa vuole il nuovo stadio? Lo realizzi, in sintesi la posizione espressa dal presidente della Provincia, Stefano Costa al consiglio indetto al Tecnoparco questa mattina per vagliare proprio la situazione dell'istituto alberghiero. Questo alla luce di quanto emerso dalla valutazione del piano economico, commissionato dalla Provincia nei mesi scorsi a una società specializzata e consegnato a giugno.
Al tecnico incaricato, l'ingegnere Daniele Recupero, il compito di spiegare perchè la soluzione alternativa arrivata da Stresa, ovvero di realizzare il nuovo Maggia nell'area Rosmini è inattuabile: il progetto non combacia con le caratteristiche dell'area, dunque sarebbe da rifare; inoltre esiste un vincolo idrogeologico, costituito dalla presenza di un torrente che corre a meno di 10 metri.
Migliore, anche se non esente da criticità, la proposta giunta dall'Amministrazione di Baveno di adoperare un'area industriale dismessa a Oltrefiume. E' un'area esente da vincoli, dunque non necessita di autorizzazioni particolari. Di contro occorrerebbe procedere alla demolizione di alcuni fabbricati esistenti e di una verifica approfondita sul terreno, che essendo stato occupato da una fabbrica, potrebbe risultare inquinato e dunque si potrebbe richiedere una bonifica.
La soluzione più rapida sarebbe dunque quella sottoscritta dai due enti ormai 12 anni fa. Ora infatti non c'è più tempo da perdere, entro il giugno del 2019 scadranno le autorizzazioni ottenute 5 anni fa e se non si provvedesse ad avviare il cantiere per quella data, l'iter del progetto dovrebbe ripartire, passando nuovamente dalla conferenza di servizi.
Se dunque il Consiglio comunale di Stresa a fine mese desse il via libera, si potrebbe partire con il progetto esecutivo e far arrivare le ruspe al Forlano con la fine del campionato di calcio (maggio 2019).
La seduta consiliare ha avuto anche momenti animati. Il sindaco di Stresa Giuseppe Bottini (presente tra gli altri il vice sindaco e ed esponenti di minoranza), ha rimproverato a Costa l'assenza di volontà di rispettare il patto stipulato nell'accordo di programma del 2016. Accordo peraltro scaduto nel 2016 e mai rinnovato. Costa dal suo canto, evidenziando l'impossibilità della Provincia a ricorrere a spese ulteriori (anche alla possibilità di accendere un mutuo per lo stadio, non essendo lo sport più di sua competenza); ha stuzzicato il primo cittadino affermando che evidentemente Stresa non è troppo interessata ad avere la sua storica scuola. Affermazione che ha provocato un po' di maretta.
Tra gli intervenuti il presidente di Hospes (Centro per gli Studi Turistico Alberghieri e per lo sviluppo dell’Istituto “Erminio Maggia”) Riccardo Fava Camillo, che già aveva paventato la possibilità per l'associazione (che ha donato l'attuale sede dell'alberghiero alla Provincia) di farsi capofila del progetto. Cosa però impossibile, trattandosi di un investimento pubblico.
Giuseppe Bottini, ha tuttavia ottenuto che entro domani la Provincia invii al Comune (dopo reiterate richieste) la valutazione economica e finanziaria del progetto. Ciò che si vuole sapere con chiarezza è se il nuovo stadio da oltre 5milioni di euro in zona Motta Vinea sarebbe completamente a carico del Comune o se la Provincia vi interverrebbe con quel milione e 350mila euro stabiliti nel vecchio accordo di programma.
Antonella Durazzo


