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VERBANIA - 03.09.2018 - Nessun reato da parte dell'imprenditore, ma un appello confuso e una procedura quantomeno "pasticciata". E' questo il quadro che emerge dal processo per tentata turbativa d'asta che ha visto assolto l'imprenditore ossolano Marco Libralato, titolare della Bl Acoustic. Dagli atti delle indagini emergono circostanze non del tutto chiare, come il motivo per cui all'imprenditore siano stati chiesti preventivi e progetti per un contratto diretto che poi è stato assegnato con una gara. Una gara a inviti con tre ditte (Bl, Gelil e Seal) i cui nomi sarebbero dovuti restare segreti ma che non lo furono. Interrogata dai carabinieri, la funzionaria responsabile dell'Ufficio Informatico ha raccontato l'iter dell'impianto audio di Palazzo Flaim che la giunta chiedeva fosse sistemato. Nel luglio 2016 all'assessore competente giunsero una relazione un preventivo. Li aveva proposti la Bl, su richiesta degli uffici. Nel riparare il vecchio sistema (non troppo, essendo del 2012), l'impresa ne aveva caldeggiato la sostituzione proponendo due alternative: una da 88mila euro, una da 42mila più Iva. I progetti, messi nero su bianco in una e-mail del luglio 2017, vennero ridimensionati nella cifra su richiesta della funzionaria. Fu lei, assieme ad un collega, a gestire la gara - non necessaria sotto i 40mila euro e non prevista inizialmente - che venne chiesta dall'Amministrazione. Entrambi, erano nella commissione giudicatrice che valutò offerte economiche e tecniche. Quella di Bl, autrice di progetto e preventivo originale, aveva ottime chance di risultare la migliore. E vinse, offrendo qualche centinaio di euro in più dell'altro concorrente, Gelil. Resta il mistero di come Libralato abbia saputo il nome del suo concorrente. I due dipendenti pubblici, che hanno negato d'averlo detto, hanno confermato che l'imprenditore, nel periodo della gara, andò da loro in ufficio cercando riscontri, che loro non diedero.  

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