VERBANIA – 28.08.2018 – Dopo la questura, l’ospedale.

Con il taglio del nastro della “Camera rosa”, che da oggi è ufficialmente attiva al primo piano del “Castelli”, si raddoppiano gli spazi protetti in cui le donne che hanno subito o subiscono violenze e soprusi possono raccontare le loro storie, ricevere aiuto e anche denunciare. Il servizio è attivo dallo scorso ottobre in questura, realizzato grazie all’apporto del Soroptimist club del Verbano. In ospedale decisivo è stato il contributo della sezione Avis di Verbania, che insieme ad altre associazioni (Corso di corsa e Cara Suna) ha finanziato il progetto. La Camera rosa è apparentemente una comune stanza del reparto di Ostetricia-Ginecologia. Al suo interno gli arredi e i colori sono però studiati –l’autrice, pro bono, è l’architetto Cristina Polli– per trasmettere sensazioni di accoglienza, sostegno, sicurezza, benessere psicofisiologico a soggetti fragili. Ci sono un angolo relax-riposo con un divano, un angolo conviviale con un tavolo e una lampada a stelo, un angolo gioco per i bambini. La “Camera rosa” è un luogo fisico in cui si seguono le indicazioni del “codice rosa” che l’Asl ha introdotto per le donne vittime di violenza, ma che all’occorrenza può essere alloggio temporaneo in attesa di una sistemazione.

Il presidente Avis di Verbania Simona Sassi e il direttore generale dell’Asl Vco Angelo Penna hanno effettuato oggi il taglio del nastro alla presenza delle autorità provinciali, a iniziare dai tutori dell’ordine e della legge: il questore Salvatore Campagnolo e il Procuratore della Repubblica Olimpia Bossi, coloro che hanno il compito di tutelare, in via preventiva e indagando e punendo i responsabili, le donne vittime di violenza.