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STRESA – 10.08.2018 – Ultimo appuntamento,

questa sera alle 21,15, degli incontri con gli autori finalisti del Premio Stresa di Narrativa 2018. Al Grand hotel Regina Palace Carolina Orlando presenta “Se tu potessi vedermi ora”. In questo romanzo d’esordio edito da Mondadori si narra la vicenda autobiografica dell’autrice, direttamente coinvolta nel “caso” di David Rossi, il responsabile comunicazione di Monte dei Paschi di Siena morto dopo la caduta dal balcone del suo ufficio. Una morte archiviata come suicidio ma che alimenta ancora oggi numerosi dubbi. Di seguito ne proponiamo una recensione.

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La giovane autrice, al suo esordio, è una nuova promessa della letteratura contemporanea con la capacità di unire i generi dello stile letterario a quelli della cronaca in ambito giornalistico.

Carolina Orlando, nel suo romanzo, è lei stessa l’interprete protagonista dell’intera vicenda narrata; il fatto di cronaca nera menzionato nel testo è il fulcro intorno al quale convergono gli stati d’animo dei personaggi che, insieme a lei, cercano di fare luce tra le zone d’ombra di una Procura che indaga sul presunto suicidio-omicidio di David Rossi.

David Rossi è un influente responsabile della comunicazione del Monte dei Paschi di Siena morto il 6 marzo del 2013, precipitando nel vicolo sottostante il suo ufficio.

Antonella, la mamma di Carolina, è la prima a sospettare una tragedia, nel momento che si accorge di un rientro tardivo del suo secondo marito.

Avvincente la capacità discorsiva con cui la giovane scrittrice si avventura nell’indagine dei fatti che possono aver determinato il cambiamento di atteggiamento degli ultimi quindici giorni in cui il suo patrigno ha lasciato intendere un disagio fuori controllo, il primo indizio che ha scatenato le indagini.

Anche quando la Procura ha riaperto il caso, dopo tre anni dalla morte di David Rossi, per volontà dei famigliari, Carolina si è sempre mossa con sentimento e ragionevolezza, senza mai perdere la fiducia nella giustizia.

Intraprendente e determinata, Carolina ha riunito tutti i suoi cari e le sue amiche più fidate, facendo con loro fronte comune per superare il lutto e contribuire a dare una svolta alle indagini.

Il romanzo, più che un racconto di quanto accaduto, è un atto di denuncia di quanto omesso e mai spiegato fino in fondo, nella disperata ricerca della verità, per rendere giustizia ad un uomo onesto che del suo lavoro ne aveva fatto una ragione di vita.

La scrittura, per l’autrice, acquisisce una doppia valenza diventando anche una terapia salvifica, un modo per non dimenticare e non lasciare che nel tempo la memoria sbiadisca il ricordo vanificando ogni sforzo manifestato della collettività.

Se le persone si riuniscono in un corteo silenzioso che percorre le strade di Siena, insieme a Carolina e alla Zia Chiara, la motivazione non è più solo individuale famigliare ma di tutta una comunità che chiede di sapere la verità, solo la verità, nient’altro che la verità.

Monica Pontet*

* Docente, scrittrice e pubblicista

 

 

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