VERBANIA – 20.08.2018 – Una persona altruista,
che sapeva ascoltare, che sapeva coinvolgere e che s’è sempre speso per gli altri. La grande partecipazione alle esequie celebrate oggi a Madonna di Campagna è la testimonianza più genuina della stima e dell’affetto che la comunità verbanese aveva per Ferdinando “Dino” Negri, l’ex agente di polizia municipale impegnato nello sport e nel volontariato scomparso venerdì sera a 74 anni dopo una breve malattia. I labari dell’associazione dei vigili urbani in congedo e dell’Avis, gli atleti della Canottieri Pallanza con i remi agghindati dei vessilli gialloblu del club, il consiglio direttivo di Piazza-Vila e i giovani coi cavalli del maneggio del Monterosso hanno affollato, dentro e fuori, la chiesa pallanzese dove don Egidio Borella, don Enrico Zeroli, don Giuseppe Masseroni e don Graziano Galbiati hanno concelebrato la liturgia funebre. La vita di Dino è stata legata a queste divise e a questi colori, all’amore per la famiglia – la moglie Franca, scomparsa qualche anno fa, la figlia Chiara con il marito e i due nipoti – all’impegno lavorativo per la collettività, e al volontariato. Per dieci anni, sino a pochi mesi fa, è stato presidente della Canottieri Pallanza, che ha frequentato per una quarantina d’anni. Dino è stato anche presidente del Comitato tradizioni Piazza-Vila, membro dell’associazione dei vigili urbani in congedo e, per quattro decadi, tra i più attivi volontari Avis. La prima delle sue 82 donazioni la fece nel 1977 e quando, nel 2003, fu costretto a smettere per motivi di salute, si impegnò come consigliere. Questo suo mettersi a disposizione è stato ricordato dall’ex presidente Avis Verbania Marco Maierna, che ha elogiato le doti umane di Negri, ritenendo un onore che abbia voluto portare, nel suo ultimo viaggio terreno, il distintivo dell’associazione al bavero della giacca.
La preghiera del donatore e la preghiera del vigile urbano hanno suggellato la cerimonia. All’uscita dalla chiesa ad accogliere il feretro c’erano quattro giovani cavalieri. Dino era un appassionato di cavalli e al Monterosso li accudiva personalmente. Nel libretto di preghiere e ricordi stampato per il funerale la copertina è proprio una foto di Verbania vista dal Monterosso. Un panorama che va dalla collina al lago, dai cavalli alle acque solcate dalle imbarcazioni della Canottieri, tutto il mondo di un uomo che è andato avanti e che, ora, potrà riabbracciare Franca, la cui prematura dipartita l’aveva segnato.


