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tribunale 17

VERBANIA – 13.08.2018 – Insulti, minacce e spintoni,

prima e dopo le manette. È iniziata come un banale litigio al bar per futili motivi la scenata che ha portato ieri sera all’arresto del cusiano Matteo Volpe. Ventenne già conosciuto dalle forze dell’ordine, si trovava in un bar del centro di Omegna in stato alterato. Chiedeva che gli fossero serviti altri alcolici ma la barista, trovandolo su di giri, gli ha negato un altro “giro”. Il diniego ne ha scatenato la reazione, che dapprima è stata verbale, con ingiurie e frasi minacciose. Un avventore ha cercato di intervenire in aiuto della barista, ma Volpe se l’è presa con lui e con la di lui madre, che s’è fatta avanti per difendere il figlio, spintonandola a terra. Pochi minuti dopo sono intervenute le forze dell’ordine. Alla vista degli agenti il giovane s’è ulteriormente innervosito, aggredendoli e resistendo all’arresto, tanto che a una prima pattuglia ne è seguita una seconda. Le intemperanze sono proseguite con calci all’auto di servizio e, anche successivamente all’arresto, con qualche colpo agli agenti e danni agli arredi. Dopo una notte in camera di sicurezza, il ventenne s’è presentato stamane in tribunale per rispondere dei reati di minaccia, oltraggio, resistenza e lesioni. Difeso dall’avvocato Guido Musella e parso ancora molto agitato, s’è visto convalidare l’arresto. Il giudice Rosa Maria Fornelli ha disposto come misura cautelare l’obbligo di dimora a Omegna e il divieto di uscire di casa nelle ore notturne. Il 12 settembre sarà processato per direttissima.

 

 

 

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