
LOCARNO – 12.08.2018 – Locarno non si smentisce
e anche in questi torridi dieci giorni del 2018 finisce col premiare un film che, come da tradizione ormai un poco consunta, viene dal sud-est asiatico. “A Land Imagined” di Yeo Siew Hua, regista di Singapore, porta al successo la prima opera del suo Paese mai stata in lizza per il Pardo d’oro. Una pellicola tutta dedicata al rapporto malsano con la realtà virtuale e i videogiochi sullo sfondo di una città in bilico tra miseria e futuro. Idee assolutamente originali e come tali premiate a Locarno, che fa dell’eccentricità il proprio sigillo.
Altri premi sono andati come migliore regia a “Tarde Para Morir Joven” di Dominga Sotomayor, cineasta cilena; miglior interpretazione femminile alla fumatina rumena Andra Guti, attrice in “Alice T.”. Il riconoscimento al maschile è invece andato a Ki Joobong, grande mattatore nell’intenso e poetico “Gangbyun Hotel”.
Tra i tanti premi spicca per assenza una qualsiasi pellicola italiana, segno evidente di una perenne crisi di idee e creatività del “generone romano” che, a poco a poco, affossa una tradizione di tutto rispetto.
Un altro momento che a Locarno ha una sua specifica rilevanza è il Prix du Public Ubs. Bene, per non smentire il globalismo avanzante, la piazza di Locarno ha scelto Blackkklansman dell’ossessionato Spike Lee; che da decenni gira sempre il solito film razzista al contrario.
Tra gli ospiti sulle rive del Lago Maggiore come non ricordare Meg Ryan e Ethan Hawke, qui anche veste di regista con il prossimamente osannato Blaze. Film più visto in Piazza Grande, con 6.900 presenze, è stato The Equalizer 2 con l’impietrito Denzel Washington.
Quest’anno andava a chiudersi la gestione (sei anni) di Carlo Chatrian. Direttore che ha impostato la sua azione in totale osmosi col pensiero dominante premiando o mettendo in concorso pellicole ridondanti, obese di buoni sentimenti e di cui non si avrà alcuna memoria. È stato scelto per dirigere la Berlinale e forse là potrà fare meno danni. Il super presidente del Festival, Marco Solari, nel congedarlo ha detto di “sentirsi un padre che vedo un figlio lasciare la casa con il cuore colmo di malinconia e tristezza, sentimenti condivisi da Piazza Grande”. Oltre le parole, però, già il 24 agosto verrà scelto un nuovo direttore che non avrà un compito facile. Si tratta infatti di portare Locarno fuori dalle secche di una stantia abitudine alla ricerca del nuovo, del diverso e rilanciare il prodotto “festival” con la sua nobile tradizione di libertà e attenzione a tutte le cinematografie; nessuna esclusa (comprese quelle del Vecchio Continente).
Claudio Zella Geddo


