VERBANIA - 16-06-2023 -- Una era una critica legittima, per le altre due il fatto non sussiste. Si chiude con tre assoluzioni a fronte di una richiesta di condanna del pm il “caso” delle polemiche sui social network che tre frequentatori della Piana di Vigezzo avevano lanciato su Facebook a fine 2019. Conclusa una lunga gestione interna, con una società pubblica, in quell’anno l’impianto di risalita di Craveggia era stato affidato, a seguito di gara, a una società privata, che ne aveva modificato le modalità d’accesso, anche aumentando i costi del trasporto merci. Ciò aveva provocato malumori tra i frequentatori della Piana, tra una coppia di verbanesi con una seconda casa in valle e da sempre innamorati di quello scorcio vigezzino, e tra una congiunta dell’ex gestore del ristorante situato all’arrivo della funivia che era passato anch’esso di mano.

Il marito della coppia verbanese aveva postato su due gruppi Facebook assai frequentati un messaggio di protesta, commentato dalla moglie e dall’altra donna. “Una schifezza”, “arroganza, prepotenza, presunzione e meschinità” le frasi di quei testi che, avvertite come diffamatorie, portarono il presidente della società di gestione degli impianti a denunciare gli autori per diffamazione aggravata.

Nel processo tenutosi al Tribunale di Verbania il pm ha chiesto due assoluzioni per le donne (“il loro fu più uno sfogo” - ha sostenuto) e la condanna all’uomo a 900 euro di multa. Il giudice, respingendo le richieste di risarcimento della parte civile, ha assolto tutti. Per l’uomo perché il fatto non costituisce reato, cioè perché -ma lo si capirà meglio dalla lettura delle motivazioni- probabilmente ha detto frasi non ritenute diffamatorie, o vere o, comunque, legittime come critica.