VERBANIA – 19.03.2019 – Per pronunciare la sentenza
è necessario consultare il registro. Che si tratti di diffamazione o di critica legittima, solo la consultazione degli atti della Polstrada –mai prodotti, nemmeno in fase di indagine– può chiarire la “faida del carroattrezzi”, il contenzioso che mette di fronte un funzionario della polizia stradale di Verbania e il meccanico cannobiese Stefano De Angelis. Quest’ultimo è a processo dal giudice di pace di Verbania per diffamazione, per aver detto e riferito ad alti funzionari della Polstrada di ritenersi discriminato nelle chiamate di emergenza dall’agente. Sostiene, cioè, che in occasione di diversi incidenti stradali avvenuti nel tratto della statale 34 di sua competenza (da Oggebbio al confine di Stato), anziché lui, sia stato chiamato il collega di Verbania non competente territorialmente. Circostanza, questa, ribadita dal meccanico a più riprese, anche nella penultima udienza, nella quale aveva detto d’essersi rivolto, lamentandosi, anche all’allora comandante della stazione dei carabinieri di Cannobio. Che, chiamato oggi a testimoniare, ha confermato di essere a conoscenza del problema, di aver consigliato a De Angelis di chiarirsi con la polizia e di aver a sua volta chiamato il dirigente (i fatti risalgono al 2013) per spiegare la situazione.
Da quanto emerso finora dal dibattimento ha preso sempre più corpo la necessita di valutare se, realmente, siano avvenuti “sconfinamenti” nella scelta del mezzo di soccorso da chiamare. Per questo motivo, accogliendo la richiesta del pm Anna Maria Rossi, e con il benestare, sia della difesa (avvocato Ferdinando Brocca), sia della parte civile (avvocato Elena Parsi), il giudice Crapanzano ha disposto con ordinanza che la Polstrada produca il registro delle chiamate riferito agli anni 2008-2013 e che nella prossima udienza, calendarizzata il 15 ottobre, sia presente anche l’attuale dirigente della Polstrada.


