VERBANIA – 06.03.2019 – Il giudice ha disposto l’acquisizione

di nuova documentazione e la Procura valuta di aggravare le accuse. Potrebbe essere superiore ai 31.000 euro indicati nel capo d’imputazione la cifra contestata come provento del reato a Klaas Patrit Dinità, il romeno residente nel Milanese a processo a Verbania per estorsione e porto abusivo d’arma da fuoco. A denunciarlo, nel maggio 2017, fu un 39enne ornavassese. Quest’ultimo, finito nei guai perché arrestato due anni prima con tre etti di marijuana nascosta in auto, ai carabinieri di Premosello raccontò che per un debito di 2.800 euro contratto con Dinità, fu costretto con la minaccia a restituirgli una somma esorbitante. Una somma che, in aula e sotto giuramento, alla scorsa udienza del 17 gennaio ha detto essere superiore ai 100.000 euro. Non solo, nel raccontare la disavventura vissuta, ha rivelato –circostanza non contestata nel capo d’imputazione– di essere stato costretto a spacciare ai suoi amici per conto dell’imputato 10 chili di hashish e marijuana in 18 mesi. Al fine di valutare il reale importo che la parte offesa avrebbe versato all’imputato tramite diverse Poste-pay e in più occasioni, il giudice Rosa Maria Fornelli ha disposto l’acquisizione degli estratti conto nel periodo in contestazione. È stato anche dato incarico a un perito di trascrivere una telefonata registrata dall’ossolano pochi giorni prima della denuncia, che sarebbe ulteriore prova dell’estorsione.

Restano poi da chiarire le circostanze dello spaccio di stupefacente raccontate al giudice dalla parte offesa, per le quali la Procura (oggi in aula c’erano il sostituto Fabrizio Argentieri e il vpo Anna Maria Rossi) potrebbe aprire un nuovo fascicolo. Il processo è stato aggiornato al 19 giugno.