VERBANIA – 03.02.2018 – Si era raccomandato:
pagamento solo con assegno circolare. E quell’assegno da 4.550 euro, regolarmente presentato in cambio della merce, sembrava buono sia al negoziante, sia al cassiere della banca a cui lo consegnò per l’incasso nei giorni successivi. In realtà il titolo di credito era carta straccia e quella compravendita si è rivelata fraudolenta. Truffa è il reato per il quale è a processo al tribunale di Verbania un uomo della provincia di Bergamo che nel settembre del 2016 aveva preso contatti con un ottico ossolano specializzato nella commercializzazione di binocoli. Binocoli di grande qualità e di alta gamma dei quali, quando aveva telefonicamente concordato l’acquisto, pareva intendersi. L’esercente, naturalmente interessato a quell’operazione che gli avrebbe permesso di vendere due pezzi incassando 4.550 euro, era titubante di fronte a un cliente sconosciuto e che non poteva pagarlo in contanti perché il limite imposto dalla legge allora era di 1.000 euro (oggi è 3.000). Per questo lo pregò di venire in negozio con un assegno circolare. Così accadde il pomeriggio del 30 settembre, che era un venerdì, giorno in cui la banca aveva già chiuso. Allo sportello il commerciante si presentò lunedì, rassicurato da ciò che l’addetto gli disse sulla bontà dell’assegno. Che solo più tardi si scoprì essere falso.
Il negoziante sporse denuncia e alla polizia fornì un importante indizio: la fotografia del cliente. Proprio perché temeva una truffa, infatti, aveva posizionato sul bancone una fototrappola, una macchina fotografica che s’attiva con il movimento, di quelle in uso nei boschi per censire gli animali selvatici. Da quella fotografia e risalendo ad analoghe truffe messe a segno in Lombardia, si arrivò a individuare l’imputato, che ora è a giudizio.


